Dubito, quindi penso.
Solo nell'illusione della libertà la libertà esiste.
L'uomo perfetto dei pagani era la perfezione dell'uomo che esiste; l'uomo perfetto dei cristiani era la perfezione dell'uomo che non esiste; l'uomo perfetto dei buddisti la perfezione della non esistenza dell'uomo.
Chi volesse fare un catalogo di mostri, non dovrebbe far altro che fotografare con le parole quelle cose che la notte reca alle anime sonnolente che non riescono a dormire. Tali cose possiedono tutta l'incoerenza del sogno senza la scusa inconsapevole di stare a dormire.
I veri paesaggi sono quelli che noi stessi creiamo, perché così, quali loro dèi, li vediamo come veramente sono, cioè come sono stati creati.
Cosa è l'ideale se non la confessione che la vita non serve? Cosa è l'arte se non la negazione della vita?
Non voleva avere dubbi, ne era certo.
Dubitare di sé non è umiltà, credo persino che spesso sia la forma più esaltata, quasi delirante, dell'orgoglio, una sorta di ferocia gelosa che fa rivoltare un disgraziato contro sé stesso, per divorarsi.
Ci sono dubbi che vanno risolti, altri che non possono essere risolti, altri ancora che è meglio non risolvere.
I nostri dubbi sono dei traditori che ci fanno spesso perdere quei beni che pur potremmo ottenere, soltanto perchè non abbiamo il coraggio di tentare.
Il dubbio si fa più illusioni della fede.
Domanda: qual è il contrario della fede? Non l'incredulità. Troppo definitiva, certa, chiusa. Anch'essa una sorta di fede. Il dubbio.
Le credenze sono ciò che dividono le persone. Il dubbio le unisce.
Chi ponga dubbio in volersi far più che uomo, può da ultimo ritrovarsi meno che uomo.
Dubitiamo troppo del nostro cuore, e non abbastanza della nostra testa.
Dubito sempre di chi non dubita di niente.