Dubito, quindi penso.— Fernando Pessoa
Dubito, quindi penso.
Esiste una stanchezza dell'intelligenza astratta, che è la più spaventosa delle stanchezze. Non pesa come la stanchezza del corpo, né inquieta come la stanchezza della conoscenza emotiva. È un peso della coscienza del mondo, un non poter respirare con l'anima.
Tutto ciò che esiste, forse esiste perché esiste un'altra cosa. Nulla è, tutto coesiste: forse è proprio così.
Conoscersi significa errare e l'oracolo che ha detto "Conosci te stesso" ha proposto un compito più grave delle fatiche di Ercole e un enigma più oscuro di quello della Sfinge.
I compratori di cose inutili sono sempre più saggi di quanto non si creda, comprano piccoli sogni. Quando comprano sono bambini.
Gli uomini d'azione sono gli schiavi involontari degli uomini di pensiero. Le cose valgono soltanto nella loro interpretazione.
La vita è dubbio e la fede senza dubbio non è altro che morte.
È sciocco dubitar di sé stessi come sarebbe dubitare del proprio miglior amico: anzi si deve cercare di essere il proprio migliore amico e di vivere così in eletta compagnia.
Quando hai un dubbio racconta la verità.
Il dubbio si fa più illusioni della fede.
Chi ponga dubbio in volersi far più che uomo, può da ultimo ritrovarsi meno che uomo.
Un'ombra di dubbio già rende la fede un assurdo, anzi in qualche modo la annulla, mentre occasionali accessi di fede non recano alcun danno sostanziale al dubbio, al contrario sembrano appunto legittimarlo.
Chi volesse dubitare di tutto, non arriverebbe neanche a dubitare. Lo stesso giuoco del dubitare presuppone già la certezza.
Domanda: qual è il contrario della fede? Non l'incredulità. Troppo definitiva, certa, chiusa. Anch'essa una sorta di fede. Il dubbio.
Non voleva avere dubbi, ne era certo.
Di tutte le cose sicure la più certa è il dubbio.