La guerra sta all'uomo come la maternità alle donne.— Filippo Tommaso Marinetti
La guerra sta all'uomo come la maternità alle donne.
La letteratura esaltò fino ad oggi l'immobilità pensosa, l'estasi e il sonno. Noi vogliamo esaltare il movimento aggressivo, l'insonnia febbrile, il passo di corsa, il salto mortale, lo schiaffo ed il pugno.
La guerra è la sintesi culminante e perfetta del progresso.
Già per troppo tempo l'Italia e stata un mercato di rigattieri. Noi vogliamo liberarla dagl'innumerevoli musei che la coprono tutta di cimiteri innumerevoli.
Bisogna semplicemente creare, perché creare è inutile, senza ricompensa, ignorato, disprezzato, eroico in una parola.
La guerra è un'imposizione fulminea di coraggio, di energia e d'intelligenza a tutti. Scuola obbligatoria d'ambizione e d'eroismo; pienezza di vita e massima libertà nella dedizione alla patria.
La guerra è un ossessione dei vecchi, che mandano i giovani a combatterla.
Spesso dalle più sanguinose guerre civili esce un sano e forte corpo di nazione, mentre da una pace mantenuta artificialmente nasce la putrefazione. Non si cambiano con guanti di pelle fina i destini dei popoli.
Più che una fine della guerra, vogliamo la fine dei principi di tutte le guerre.
Mai pensare che la guerra, anche se giustificata, non sia un crimine.
Conosco la guerra come poche altre persone al mondo e niente mi è più rivoltante di essa.
La guerra è un gioco che si gioca sorridendo. Se non sai sorridere, sogghigna. Se non sai sogghignare levati di mezzo, finché puoi.
La storia insegna che la guerra inizia quando i governi credono che il prezzo dell'aggressione sia basso.
In guerra gli eventi importanti sono il risultato di cause banali.
La guerra fra i sessi è l'unico tipo di guerra in cui i nemici dormono regolarmente insieme.
La guerra in un primo momento è la speranza che a uno possa andar meglio, poi l'attesa che all'altro vada peggio, quindi la soddisfazione perché l'altro non sta per niente meglio e infine la sorpresa perché a tutti e due va peggio.