I libri migliori sono proprio quelli che dicono quel che già sappiamo.— George Orwell
I libri migliori sono proprio quelli che dicono quel che già sappiamo.
Quanto più si è consapevoli delle proprie inclinazioni politiche, tanto maggiore sarà la possibilità di agire politicamente senza sacrificare la propria integrità estetica e intellettuale.
Fino a quando la macchina sia presente, si ha l'obbligo di usarla. Nessun attinge acqua dal pozzo, quando si può girare un rubinetto.
Da qualunque parte vi volgiate, questa maledizione della differenza di classe vi si para dinanzi come una muraglia. O meglio, non tanto come un muraglia quanto come la parete di vetro di un acquario; è così facile fingere che non ci sia e così impossibile penetrarla.
I cattolici e i comunisti sono simili nel considerare che quelli che non hanno le loro convinzioni non possono essere sia onesti sia intelligenti.
A un membro del Partito non è consentito spostarsi di un millimetro dalla linea fissata, neanche in questioni del tutto irrilevanti.
Non vi sono libri morali o libri immorali. Vi sono libri scritti bene e libri scritti male, e nient'altro.
Il libro che per primo meriterebbe di essere proibito è il catalogo dei libri proibiti.
Si scrive soltanto una metà del libro, dell'altra metà si deve occupare il lettore.
I libri che il mondo chiama immorali sono i libri che mostrano al mondo la sua vergogna.
Un buon libro è quello che viene aperto con trepidazione e chiuso con profitto.
A leggere la quarta di copertina dei libri in commercio, sembrerebbe che in circolazione ci siano soltanto capolavori.
I libri sono l'alimento della giovinezza e la gioia della vecchiaia.
Certi libri già dopo tre righe mostrano un radiatore che fuma.
Si dicono classici quei libri che costituiscono una ricchezza per chi li ha letti e amati; ma costituiscono una ricchezza non minore per chi si riserba la fortuna di leggerli per la prima volta nelle condizioni migliori per gustarli.
Non leggere più nessun libro che sia nato e sia stato battezzato nello stesso tempo.