I libri migliori sono proprio quelli che dicono quel che già sappiamo.— George Orwell
I libri migliori sono proprio quelli che dicono quel che già sappiamo.
Da qualunque parte vi volgiate, questa maledizione della differenza di classe vi si para dinanzi come una muraglia. O meglio, non tanto come un muraglia quanto come la parete di vetro di un acquario; è così facile fingere che non ci sia e così impossibile penetrarla.
Non rifletté, scientemente, che la soluzione della propria difficoltà consisteva delll'ammettere il fatto che non c'era soluzione.
A un membro del Partito non è consentito spostarsi di un millimetro dalla linea fissata, neanche in questioni del tutto irrilevanti.
Cambiare opinione, o addirittura linea politica, è un segno di debolezza.
La menzogna diventa verità e passa alla Storia.
Non esistono libri morali o immorali. I libri sono scritti bene o scritti male. Questo è tutto.
Un buon libro rende migliore colui che l'ha scritto.
I libri non servono per sapere ma per pensare, e pensare significa sottrarsi all'adesione acritica per aprirsi alla domanda, significa interrogare le cose al di là del loro significato abituale reso stabile dalla pigrizia dell'abitudine.
A volte capita a noi come ai libri: ci troviamo nel posto sbagliato.
I libri pensano per me.
I classici sono quei libri di cui si sente dire di solito: "Sto rileggendo..." e mai "Sto leggendo...".
Senza un occhio che lo legga, un libro reca segni che non producono concetti, e quindi è muto.
Un uomo che non legge buoni libri non ha alcun vantaggio rispetto a quello che non sa leggere.
Il bene di un libro sta nell'essere letto. Un libro è fatto di segni che parlano di altri segni, i quali a loro volta parlano delle cose. Senza un occhio che lo legga, un libro reca segni che non producono concetti, e quindi è muto.
Nessun vascello c'è che, come un libro, possa portarci in contrade lontane.