Scrivere un libro senza preoccuparsi della sua sopravvivenza sarebbe da imbecilli.— Umberto Eco
Scrivere un libro senza preoccuparsi della sua sopravvivenza sarebbe da imbecilli.
L'umanità non sopporta il pensiero che il mondo sia nato per caso, per sbaglio, solo perché quattro atomi scriteriati si sono tamponati sull'autostrada bagnata. E allora occorre trovare un complotto cosmico, Dio, gli angeli o i diavoli.
Una volta un tale che doveva fare una ricerca andava in biblioteca, trovava dieci titoli sull'argomento e li leggeva; oggi schiaccia un bottone del suo computer, riceve una bibliografia di diecimila titoli, e rinuncia.
Una dose di vittimismo è indispensabile per non galvanizzare gli avversari.
Il politichese. Messaggi in codice, destinati a collegare politico a politico, passando sulla testa dei cittadini.
Il teatro è anche finzione solo perché è anzitutto segno.
È nella ricerca delle risposte che nascono i libri.
I libri vanno letti con la stessa cura e con la stessa riservatezza con cui sono stati scritti.
A che serve un libro senza dialoghi né figure?
Non merita d'essere letto il libro che non lasci desiderio d'essere riletto.
I migliori compagni di viaggio sono i libri: parlano quando si ha bisogno, tacciono quando si vuole silenzio. Fanno compagnia senza essere invadenti. Danno moltissimo, senza chiedere nulla.
Il libro che per primo meriterebbe di essere proibito è il catalogo dei libri proibiti.
L'unica opera grande e perfetta è quella che non si sogna mai di realizzare.
Si possono leggere libri scritti da persone la cui compagnia non ci riuscirebbe gradevole, e dunque un'elevata cultura spirituale ci induce a poco a poco a trovare il nostro godimento quasi esclusivamente nella lettura dei libri e non nella conversazione con le persone.
Un libro dev'essere un cordiale. Se non vi tonifica, gettatelo via.
Il libro non è un ente chiuso alla comunicazione: è una relazione, è un asse di innumerevoli relazioni.