La menzogna diventa verità e passa alla Storia.
Chi è vincente ora sembrerà sempre invincibile.
Il peggior criminale che abbia mai camminato su questa terra è moralmente superiore al giudice che lo condanna alla forca.
Il risultato di questo lungo allenamento è che, mentre il borghese, entro certi limiti, si aspetta di ottenere ciò che desidera, l'operaio si sente sempre lo schiavo di una più o meno misteriosa autorità.
È il destino inevitabile del sentimentale. Tutte le sue opinioni mutano e si trasformano in quelle opposte al primo tocco della realtà.
Sono nuovamente colpito dal fatto che un operaio, non appena fa carriera nei sindacati o si interessa alla politica laburista, diventa, lo voglia o no, un borghese. È così: combattendo la borghesia, ne assume l'aspetto.
Non servitevi dunque di questo termine così nobile, ideale, quando per dire la stessa cosa abbiamo nella lingua di tutti i giorni un'espressione eccellente: menzogna.
Ciò che la gente chiama insincerità è semplicemente un metodo col quale noi possiamo moltiplicare le nostre personalità.
Si mente nella vita, non nel racconto che se ne fa.
Tutte le verità sono già state dette, ma lo spazio per altre menzogne è infinito.
Il peccato possiede molti utensili, ma la menzogna è il manico che si adatta a tutti.
Mentire è un difetto in un ragazzo, un'arte in un amante, una conquista in un scapolo, e una seconda natura in un uomo sposato.
Il mentitore dovrebbe tener presente che, per essere creduto, non bisogna dire che le menzogne necessarie.
Solo le donne e i medici sanno quanto la menzogna sia necessaria e benefica agli uomini.
Ovunque si vada, regna la menzogna. La forma che essa assume nel XX secolo è soprattutto quella brutale, appariscente e chiassosa dell'impostura, quella del XIX secolo, più ovattata, era l'ipocrisia.
Noi mentiamo il meno possibile solo quando mentiamo il meno possibile, non quando ne abbiamo pochissime occasioni.