La povertà è una forma di alitosi spirituale.— George Orwell
La povertà è una forma di alitosi spirituale.
Fu chiaro fin dall'inizio che ogni qualvolta c'era un lavoro da fare, il gatto si rendeva irreperibile.
Quanto più si è consapevoli delle proprie inclinazioni politiche, tanto maggiore sarà la possibilità di agire politicamente senza sacrificare la propria integrità estetica e intellettuale.
Fino a quando la macchina sia presente, si ha l'obbligo di usarla. Nessun attinge acqua dal pozzo, quando si può girare un rubinetto.
Lo colpì il fatto che ciò che veramente caratterizzava la vita moderna non era tanto la sua crudeltà, né il generale senso d'insicurezza che si avvertiva, quanto quel vuoto, quell'apatia incolore.
Non chi ha poco è povero, ma chi desidera più di quello che ha.
L'aspetto più atroce della povertà è costituito dal fatto che rende ridicoli.
Senza il purgatorio e l'inferno, il buon Dio non sarebbe che un povero re.
Non esiste un uomo tanto povero da non poter donare qualcosa agli altri.
I poveri sono i negri d'Europa.
La Fame cattiva consigliera e la Povertà vergognosa.
Nulla è scandaloso quanto gli stracci e nessun crimine è vergognoso quanto la povertà.
La sofferenza dei poveri è nostra! E vogliamo sperare che questa nostra simpatia sia di per sé stessa capace di suscitare quel nuovo amore che moltiplicherà, mediante un'economia provvida e nuova al suo servizio, i pani necessari per sfamare il mondo.
Dobbiamo pensare quanto più lieve dolore sia non avere che perdere: e comprenderemo che la povertà ha tanto meno materia di sofferenze quanto minore ne ha di danni.
In un paese ben governato la povertà è qualcosa di cui ci si deve vergognare.