Dio è morto creandoci, noi siamo un'opera postuma.
Viaggiare significa aggiungere vita alla vita.
Qualunque cosa faccia, dovunque vada, un pensiero mi conforta: sono un uomo involontario, dunque sono un uomo innocente.
Se Dio esiste, chi è? Se non esiste, chi siamo?
La speranza è una specie di scarlattina infantile che ci portiamo dietro tutta la vita.
Due infelicità, sommate, possono fare una felicità.
Un Dio che occulta la sua creazione. E vide che non era buona.
L'esistenza di una creazione senza Dio, senza scopo, mi sembra meno assurda che la presenza di un Dio perfetto, che crea un uomo imperfetto per fargli correre il rischio di una punizione infernale.
Dio era soddisfatto della sua opera, e questo è un errore fatale.
La creazione, anche se produce l'errore, si dà sempre per amore di qualcuno che non siamo noi.
Il creatore non voleva guardare sé stesso, e allora creò il mondo.
Nessuno è infallibile. La creazione dell'uomo ne è la prova.
Dio non avrebbe creato il mondo, se l'averlo creato escludesse il crearlo: l'ha creato in modo tale che continua a crearlo sempre, senza interruzione.
Non ho una buona opinione del mondo creato: un incubo da indigestione, durante una siesta di Dio.
Creare non è uno dei soliti giochetti un tantino frivoli. Il creatore s'è impegnato in un'avventura terrificante che consiste nell'assumersi egli stesso sino in fondo i pericoli corsi dalle sue creature.