Vivere in incognito, come Dio.— Gesualdo Bufalino
Vivere in incognito, come Dio.
Sono gli uomini che hanno dissuaso Dio dall'esistere.
Essere non comporta necessariamente l'esistere: Dio non esiste ma è.
Certi libri già dopo tre righe mostrano un radiatore che fuma.
Scrivere è continuare, inseguire al di là della tenebra quel fanalino fuggente che è l'uomo.
Per fortuna gli eroi muoiono di morte violenta.
Anche le libere, graziose, festose farfalle sono colpite dalla malattia che quando visita noi, chiamiamo: cancro. Non c'è nemmeno un angolo del creato in cui non si mostri la grandezza e la bontà del creatore.
L'argomento principale contro l'esistenza di Dio è che ci manca il sentimento assoluto della nostra immortalità.
Gli umani, persistendo a credere di essere fatti a immagine e somiglianza di Dio, come Dio non migliorano, alternano solo piede e staffa.
Quando Dio concede l'amore a una cortigiana, quest'amore che sembra un perdono, diventa quasi sempre un castigo. Non c'è assoluzione senza penitenza.
Non cerco di immaginare un Dio; mi basta guardare con stupore e ammirazione la struttura del mondo, per quanto essa si lascia cogliere dai nostri sensi inadeguati.
Quando Dio creò l'uomo, era già stanco. Ciò spiega molto.
Nulla c'è che Dio non possa fare.
Il politeismo aveva fatto di Dio ad immagine dell'uomo; il Redentore solo poteva ricondurre l'uomo all'immagine di Dio.
Allah è il più grande. Io sono solamente il più grande pugile.
Ciò che manca a Dio sono le convinzioni, la coerenza. Dovrebbe essere presbiteriano, cattolico o qualcos'altro, non cercare di essere tutto.