I suicidi sono solo degli impazienti.
La parola ha preceduto la luce e non viceversa: Fiat lux e la luce fu.
Conviene a chi nasce molta oculatezza nella scelta del luogo, dell'anno, dei genitori.
Si può anche dannare la propria vita se si ha genio. Se si ha solo talento è da stupidi.
Qualunque cosa faccia, dovunque vada, un pensiero mi conforta: sono un uomo involontario, dunque sono un uomo innocente.
La parola è una chiave, ma il silenzio è un grimaldello.
Ogni volta che non ti butti dalla tromba della scale, è una scelta. Ogni volta che non vai a schiantarti con la macchina, ti rimetti in gioco.
Il maggiore torto del suicida è non d'uccidersi, ma di pensarci e non farlo. Niente è più abbietto dello stato di disintegrazione morale cui porta l'idea, l'abitudine dell'idea del suicidio.
Il gusto del suicidio è un dono, un sesto senso, non so cosa, ci si nasce.
Il suicidio richiede un destinatario o dei destinatari. Qualcuno che noi decidiamo di punire.
Lascia che il ricordo voli al giorno in cui nascesti, cieco, sordo, muto e nudo, un buco nel vuoto, un'ombra nel buio, nel nulla assoluto, e il caos ti esplode intorno: luci, suoni, sangue, grida sensazioni senza azioni, istinto suicida.
Volevo uccidermi, ma ho fatto cilecca. Nel caso dovessi sopravvivere ci riproverò.
Non sprecate il vostro suicidio: ammazzate prima qualcuno che vi è odioso.
Suicidarsi! Ma si passa la vita a farlo!
L'uomo ha inventato Dio soltanto per non uccidersi.
Lo sai cos'è il suicidio?