La felicità è impossibile a chi la desidera.
Il piacere è un subbietto speculativo, e non reale; un desiderio, non un fatto; un sentimento che l'uomo concepisce col pensiero, e non prova; o per dir meglio, un concetto, e non un sentimento.
Spesse volte le più stupende opere filosofiche sono anche imputate di oscurità, non per colpa degli scrittori, ma per la profondità o la novità dei sentimenti da un lato, e dall'altro l'oscurità dell'intelletto di chi non li potrebbe comprendere in nessun modo.
Un abito silenzioso nella conversazione, allora piace ed è lodato, quando si conosce che la persona che tace ha quanto si richiede e ardimento e attitudine a parlare.
L'abuso e la disubbidienza alla legge, non può essere impedita da nessuna legge.
Chi sa ridere è padrone del mondo.
La felicità più che altro è un desiderio, è un'utopia.
La felicità è amore, nient'altro. Felice è chi sa amare.
Come c'è del merito nell'infelicità, c'è dell'intelligenza nell'essere felici.
La felicità materiale riposa sempre sulle cifre.
Felice è chi ha potuto conoscere le cause delle cose.
La felicità di un uomo sposato dipende dalle persone che non ha sposato.
L'immaginazione è la prima fonte della felicità umana.
La felicità umana non sta mai ferma in uno stesso luogo.
La felicità non sta nell'essere amati: questa è soltanto una soddisfazione di vanità mista a disgusto. La felicità è nell'amare.
La felicità non viene dal possedere un gran numero di cose, ma deriva dall'orgoglio del lavoro che si fa; la povertà si può vincere con un sistema costruttivo ed è di fondamentale importanza combattere l'ingiustizia anche a costo della propria vita.