Certuni non sanno star soli neppure in paradiso.
Il mondo è pieno di guai, chi ne ha pochi e chi ne ha assai.
Né visita di morto senza riso, né sposalizio senza pianto.
Fa il mestiere che sai, che se non arricchisci camperai.
Chi non sa l'arte chiuda bottega, e chi non sa nuotare che si anneghi.
La gallina che cammina torna a casa con la pancia piena.
La nostra solitudine è la nostra nobiltà. La nostra solitudine è la nostra gioia.
Non si è mai del tutto soli: disgraziatamente si è sempre con se stessi.
Abbiamo dimenticato cosa sia guardarsi l'un l'altro, toccarsi, avere una vera vita di relazione, curarsi l'uno dell'altro. Non sorprende se stiamo morendo tutti di solitudine.
Quanto più solo, tanto più potente.
A chi ha bisogno di una compagnia rasserenante e di scacciare il tedio della solitudine raccomando i cani, le cui qualità morali e intellettuali procureranno quasi sempre gioia e soddisfazione.
Quest'orrore della solitudine, questo bisogno di dimenticare il proprio io nella carne esteriore, l'uomo lo chiama nobilmente bisogno d'amare.
Se vuoi vivere in innocenza, cerca la solitudine.
Se c'è a questo mondo una persona che noi possiamo toccare totalmente, senza vergognarci, non moriremo mai di solitudine.
La gente sola che parla con altra gente sola può rendersi ancora più sola.
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