Gli ebrei, se sono buoni, sono migliori, se cattivi, peggiori dei cristiani.— Heinrich Heine
Gli ebrei, se sono buoni, sono migliori, se cattivi, peggiori dei cristiani.
Ognuno dovrebbe perdonare i propri nemici, ma non prima che questi siano impiccati.
Se, come molti credono, viviamo ancora nella giovinezza dell'umanità, allora il cristianesimo è una delle più stravaganti fra le sue idee infantili, che fanno molto più credito al suo cuore che al suo cervello.
Per una donna la bruttezza è già metà della strada verso la virtù.
Gli avvocati, questi girarrosti delle leggi che, a forza di girarle e rigirarle, finiscono per cavarne un arrosto per loro.
La persecuzione di "chi la pensa diversamente" è soprattutto monopolio del clero.
Gli ebrei sono il popolo eletto del loro dio, ed egli è il dio eletto del suo popolo: e per il resto questo non interessa niente a nessuno.
Se un cristiano compie una cattiva azione la responsabilità è soltanto sua; se un ebreo compie una cattiva azione, la colpa ricade su tutti gli ebrei.
Essere ebreo è una condizione umana estrema, terribile e insondabile; una condizione di cui l'occidentale ha paura; e noi sappiamo che si ha paura di ciò che sta dentro di noi, non di ciò che ci è estraneo.
Se tutti gli ebrei fossero stati convertiti da Gesù Cristo, avremmo solo testimoni sospetti. Ma se fossero stati sterminati, non avremmo nessun testimone.
Il giudaismo e le sue due principali note a piè di pagina, il cristianesimo e il socialismo utopico, discendono direttamente dal Sinai, e anche gli ebrei erano solo un piccolo gruppo disprezzato e perseguitato.
Dovranno esserci ancora ebrei quando l'ultimo ebreo sarà sterminato.
Uccidendo i suoi ebrei, l'Europa si è suicidata.
L'ebreo è esule: e noi crediamo di non esserlo?
L'intenzione delle femmine è di degradare la vita. È questo, che ha voluto dire la leggenda degli ebrei, raccontando la cacciata dal paradiso terrestre per volontà di una femmina.