La vanità è la passione dominante dell'uomo.
Nulla, neppure un giudizio giusto, è più intelligente d'una sospensione del giudizio.
L'esitazione è caratteristica dell'intelligenza.
I sogni sono vita senza memoria.
L'intelligenza è la facoltà grazie alla quale ci si astiene.
Non esiste il potere. Esiste l'abuso di potere, nient'altro.
Lo schiavo ha la propria vanità, non vuole obbedire che al più grande dei despoti.
Tutto è vanità fuorché le belle illusioni e le dilettevoli frivolezze.
La vanità è una delle grandi virtù, eppure quanta poca gente riconosce in essa una qualità da ammirare e da emulare. Quanti uomini, quante donne hanno trovato la salute nella vanità! Eppure l'uomo mediocre va carponi alla ricerca della modestia!
Per i vanitosi, infatti, gli altri uomini sono degli ammiratori.
Il sapiente ha tutte le cose mutabili come cose che non sono, ed afferma quelle non esser altro che vanità ed un niente; perché il tempo a l'eternità ha proporzione come il punto a la linea.
Che cos'è la vanità dell'uomo più vanitoso in confronto a quella del più modesto, nel sentirsi, nella natura e nel mondo, «uomo»
In genere è consigliabile palesare la propria intelligenza con quello che si tace piuttosto che con quello che si dice. La prima alternativa è saggezza, la seconda è vanità.
Siamo talmente vanitosi, che la stima di cinque o sei persone che ci stanno intorno, ci allieta e ci appaga.
Riguardo a quel che ci riesce meglio, la nostra vanità vorrebbe che proprio questo fosse per noi il più difficile a farsi. Per l'origine di talune morali.
Il massimo della vanità è scrivere i propri pensieri, nascondere il quaderno e sperare che qualcuno lo trovi.