Chi ha l'occhio, trova quel che cerca anche a occhi chiusi.
C'è un modo colpevole di abitare la città: accettare le condizioni della bestia feroce dandogli in pasto i nostri figli.
Si dicono classici quei libri che costituiscono una ricchezza per chi li ha letti e amati; ma costituiscono una ricchezza non minore per chi si riserba la fortuna di leggerli per la prima volta nelle condizioni migliori per gustarli.
Chi ha l'occhio, trova quel che cerca anche ad occhi chiusi.
Il vento, venendo in città da lontano, le porta doni inconsueti, di cui s'accorgono solo poche anime sensibili, come i raffreddati del fieno, che starnutano per pollini di fiori d'altre terre.
Che vale aver rischiato la vita, quando ancora della vita non conosci il sapore?
Dagli occhi delle donne derivo la mia dottrina: essi brillano ancora del vero fuoco di Prometeo, sono i libri, le arti, le accademie, che mostrano, contengono e nutrono il mondo.
Gli unici occhi belli sono quelli che vi guardano con tenerezza.
Gli occhi ti dicono quello che uno è; la bocca quello che è diventato.
L'occhio è il punto in cui si mescolano anima e corpo.
Gli occhi che piangono di più sono anche quelli che vedono meglio.
L'occhio tiene di più della pancia.
Gli occhi? Si dice che siano lo specchio dell'anima; ma, se si pensa alla falsità dei rapporti umani, se ne deve dedurre che essi servano più per spiare gli altri che per rivelare se stessi.
Gli occhi sono lo specchio dell'anima... cela i tuoi se non vuoi che ne scopra i segreti.
Negli occhi della gente si vede quello che vedranno, non quello che hanno visto.
Gli occhi molto belli sono insostenibili, bisogna guardarli sempre, ci si affoga dentro, ci si perde, non si sa più dove si è.