Chi ha l'occhio, trova quel che cerca anche a occhi chiusi.— Italo Calvino
Chi ha l'occhio, trova quel che cerca anche a occhi chiusi.
Se infelice è l'innamorato che invoca baci di cui non sa il sapore, mille volte più infelice è chi questo sapore gustò appena e poi gli fu negato.
Ogni volta (spesso) che mi accade di non capire qualche cosa, istintivamente mi prende la speranza che sia di nuovo la volta buona, e che io torni a non capire più niente, a impossessarmi di quella saggezza diversa, trovata e perduta nel medesimo istante.
Alle volte uno si crede incompleto ed è soltanto giovane.
Viaggiando si può realizzare che le differenze sono andate scomparendo: tutte le città tendono ad assomigliarsi l'una all'altra, i posti hanno mutato le loro forme e ordinamenti. Una polvere senza forma ha potuto invadere i continenti.
Il vento, venendo in città da lontano, le porta doni inconsueti, di cui s'accorgono solo poche anime sensibili, come i raffreddati del fieno, che starnutano per pollini di fiori d'altre terre.
Gli occhi sono lo specchio dell'anima... cela i tuoi se non vuoi che ne scopra i segreti.
L'occhio non vede cose ma figure di cose che significano altre cose.
Gli occhi molto belli sono insostenibili, bisogna guardarli sempre, ci si affoga dentro, ci si perde, non si sa più dove si è.
Gli occhi ti dicono quello che uno è; la bocca quello che è diventato.
L'occhio tiene di più della pancia.
A volte ci si sfama anche con gli occhi.
Gli occhi stanchi di pianto sono i più degni di riposarsi nella contemplazione del cielo.
Gli occhi che piangono di più sono anche quelli che vedono meglio.
Quando si tratta di leggere negli occhi di una donna, la maggior parte degli uomini è analfabeta.