Il rischio che abbiamo corso è stato vivere: vivere sempre.
Il significato della lotta, il significato vero, totale, al di là dei vari significati ufficiali è una spinta di riscatto umano, elementare, anonimo, da tutte le nostre umiliazioni.
L'eroe della storia è colui che nella città punta la lancia nella gola del drago, e nella solitudine tiene con sé il leone nel pieno delle sue forze, accettandolo come custode e genio domestico, ma senza nascondersi la sua natura di belva.
Il comunismo è che se entri in una casa e mangiano della minestra, ti diano della minestra, anche se sei stagnino, e se mangiano del panettone, a Natale, ti diano del panettone. Ecco cos'è il comunismo.
Il luogo ideale per me è quello in cui è più naturale vivere da straniero.
La lettura d'un classico deve darci qualche sorpresa, in rapporto all'immagine che ne avevamo. Per questo non si raccomanderà mai abbastanza la lettura diretta dei testi originali scansando il più possibile bibliografia critica, commenti, interpretazioni.
Per vivere con onore bisogna struggersi, battersi, sbagliare e ricominciare da capo e buttare via tutto, e di nuovo ricominciare e lottare e perdere eternamente.
Che cosa servono a quel tizio ottant'anni trascorsi nell'inerzia? Costui non è vissuto, ma si è attardato nella vita, e non è morto tardi, ma lentamente.
Viviamo in un secolo di urlatori, in cui anche la crociata contro l'urlo non si può fare che urlando.
Non si vive neppure una volta.
Vive eterno colui che vive nel presente.
Nessuno si preoccupa di vivere bene, ma di vivere a lungo.
Metà del mondo non sa come vive l'altra metà.
Ci pare sempre di essere vissuti a lungo nei luoghi in cui abbiamo vissuto intensamente.
Viviamo in un mondo di cose e il nostro unico legame con loro è che sappiamo come manipolarle o consumarle.
Chi vive secondo le prescrizioni del medico, vive infelicemente.
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