Il rischio che abbiamo corso è stato vivere: vivere sempre.
Anche per chi ha passato tutta la vita in mare c'è un'età in cui si sbarca.
Si dicono classici quei libri che costituiscono una ricchezza per chi li ha letti e amati; ma costituiscono una ricchezza non minore per chi si riserba la fortuna di leggerli per la prima volta nelle condizioni migliori per gustarli.
Il primo libro sarebbe meglio non averlo mai scritto. Finché il primo libro non è scritto, si possiede quella libertà di cominciare che si può usare una sola volta nella vita.
I fascisti utilizzano la miseria per perpetuare la miseria, e l'uomo contro l'uomo.
I classici sono quei libri di cui si sente dire di solito: "Sto rileggendo..." e mai "Sto leggendo...".
Gli uomini traggono maggior vantaggio dal permettere a ciascuno di vivere come gli sembra meglio che dal costringerlo a vivere come sembra meglio agli altri.
Non ho scelto io di nascere quindi lasciatemi vivere come mi pare.
Per vivere nel mondo è necessario prendere con sé una grande provvista di previdenza e d'indulgenza: la prima ci preserva da danni e perdite, la seconda da liti e brighe.
Vivere è una cosa troppo importante per poterne parlare seriamente.
Affronta ogni giorno come fosse l'ultimo, ma vivilo come fosse il primo.
L'uomo è incapace di vivere da solo, ed è incapace anche di vivere in società.
Non vivere come se tu avessi ancora diecimila anni da vivere. Il fato incombe su di te. Finché vivi, finché ti è possibile, diventa buono.
Noi viviamo nell'epoca in cui la gente è così laboriosa da diventare stupida.
Che giovano a quell'uomo ottant'anni passati senza far niente? Costui non è vissuto, ma si è attardato nella vita, né è morto tardi, ma ha impiegato molto tempo per morire.
Si vive sempre troppo.