Sì, prova un po' a negare la morte. È lei che ti nega, e basta!
Nel mentre che vive, l'uomo non ha sentimento della propria vita; deve passare un po' di tempo perché essa, al pari di un suono, gli si renda udibile.
La morte è come un pescatore che pigli il pesce nella rete e per un po' lo lascia in acqua; il pesce nuota ancora, ma ha tutt'intorno la rete, e il pescatore lo tirerà su, quando gli sembrerà opportuno.
Il nichilista non s'inchina davanti all'autorità di nessuno e non accetta nessun principio, anche se si tratta di un principio cui tutti obbediscono.
Il tempo (si sa) a volte vola come un uccello, a volte striscia come un verme: ma l'uomo sta particolarmente bene quando non si accorge nemmeno se passa veloce o lento.
Senza il senso della propria dignità, senza il rispetto verso se stessi, e nell'aristocratico questi sentimenti sono molto sviluppati, non ci può essere un solido fondamento per il bene sociale... le bien public... l'edificio sociale.
Tutte le morti sono odiose per i miseri mortali.
Perché la morte è un infinito atto d'amore.
Né visita di morto senza riso, né sposalizio senza pianto.
Non vi sarà pace durevole né nel cuore degli individui né nei costumi della società sin quando la morte non verrà posta fuori legge.
La morte è una ladra che non si presenta mai di sorpresa.
La morte, il più atroce di tutti i mali, non esiste per noi. Quando noi viviamo la morte non c'è, quando c'è lei non ci siamo noi.
L'importante è che la morte mi colga vivo.
Il primo sintomo della morte é la nascita.
Morire è una delle poche cose che si possono fare facilmente stando sdraiati.
Morire non è un crimine.