La più crudele vendetta di una donna è restare fedele a un uomo.
La più grande debolezza è il sacro terrore di sembrare deboli.
Fra tutte le debolezze, la più pericolosa è l'eccessiva paura di apparire deboli.
La saggezza umana insegna già molto, se insegna a tacere.
Io non parlo di vendette né di perdoni; la dimenticanza è l'unica vendetta e l'unico perdono.
Il gesto - il gesto - non dev'essere una vendetta. Dev'essere una calma e stanca rinuncia, una chiusa di conti, un fatto privato e ritmico. L'ultima battuta.
La più nobile vendetta è il perdono.
La sete di vendetta cambia una persona. La spinge a compiere azioni che pensava di non essere in grado di fare.
Le persone brutte si vendicano di solito sulle altre del torto che la natura ha fatto loro.
L'astinenza si vendica sempre. Nell'uno produce pustole, nell'altro leggi sul sesso.
Dolce è la vendetta, specialmente per le donne.
Chi piglia la biscia per la coda, quella poi lo morde.
La collera aspira a punire: e, come osservò acutamente, a questo stesso proposito, un uomo d'ingegno, le piace più d'attribuire i mali a una perversità umana, contro cui possa far le sue vendette, che di riconoscerli da una causa, con la quale non ci sia altro da fare che rassegnarsi.
Nel Macbeth, il bene appare solo nella vendetta che il bene compie, nel rimorso, nella punizione. Nessuna figura ne impersona la presenza.