Certo che la fortuna esiste. Altrimenti come potremmo spiegare il successo di quelli che non ci piacciono?— Jean Cocturan
Certo che la fortuna esiste. Altrimenti come potremmo spiegare il successo di quelli che non ci piacciono?
L'emulazione è la passione delle anime nobili; l'invidia il supplizio di quelle vili.
L'invidia è odio, è la base, se non lo zoccolo duro di tutte le psicopatologie. Perché se ti invidio, inevitabilmente voglio il tuo male, e se voglio il tuo male, inevitabilmente voglio il "mio" male.
L'uomo invidioso pensa che se il suo vicino si rompe una gamba, egli sarà in grado di camminare meglio.
L'invidia è una forma di vizio, in parte morale e in parte intellettuale, che consiste nel non vedere mai le cose in se stesse, ma soltanto in rapporto ad altre.
Il ferro è consumato dalla ruggine, l'invidioso dal suo vizio.
L'invidioso è destinato a non godere mai.
In termini psicologici potremmo dire che l'invidia è un tentativo un po' maldestro di recuperare la fiducia e la stima in sé stessi, impedendo la caduta del proprio valore attraverso la svalutazione dell'altro.
Il guadagno altrui viene quasi sempre percepito come una perdita propria.
Invidia, radice d'infiniti mali e tarlo delle virtù! Tutti i vizi seco si traggono.
Dall'invidia all'ammirazione c'è un passo: l'onestà.