Ora ho delle idee sulla realtà, mentre quando ho cominciato avevo delle idee sul cinema. Prima vedevo la realtà attraverso il cinema, e oggi vedo il cinema nella realtà.
La televisione crea l'oblio, il cinema ha sempre creato dei ricordi.
Io non invento niente, leggo molto. La mia originalità e il mio fardello stanno nel credere che il cinema sia fatto più per pensare che per raccontare storie.
La cultura è la regola; l'arte è l'eccezione.
La fotografia è verità, e il cinema è verità ventiquattro volte al secondo.
La mia lotta particolare è la lotta contro il cinema americano, contro l'imperialismo economico ed estetico del cinema americano che manda in rovina il cinema mondiale.
La cultura è un bene comune primario come l'acqua; i teatri le biblioteche i cinema sono come tanti acquedotti.
Io distinguo due tipi di successo: quello che ho avuto nello sport e quello nel cinema. Il primo è mio e non me lo leva nessuno. Il secondo è quello che il pubblico ha deciso di darmi e che mi ha permesso di fare 120 film.
Per noi attori il cinema è un compromesso, lo accettiamo per diventare più popolari e far venire la gente a teatro, che è il nostro vero habitat.
Il cinema dovrebbe farti dimenticare che sei seduto su una poltrona di un teatro.
I cinematografi: supermercati che vendono amore e paura.
Il cinematografo talvolta è arte, ma è sempre industria.
Il cinema mi ha reso uno specialista del nulla. È l'onniscienza del regista: la specializzazione in nulla.
Il denaro, e il lavoro: nei casi migliori, l'arte: ecco che cosa troverete in fondo alla società cinematografica. Null'altro.
La cinematografia è un tipo di scrittura che va coltivata con una certa irruenza: un film commerciale non è un peccato, importante è vivere certi momenti, accorgersi di tutto.
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