Chi ama meno non ama più.
— Joseph Roux
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La nostra interpretazione
Quando il sentimento inizia a diminuire, si è già oltre il confine della trasformazione e si entra nella zona del distacco. L’affievolirsi dell’intensità non è solo una variazione di grado, ma un segnale di cambiamento di natura: ciò che prima era totale dedizione, presenza piena, centralità dell’altro, perde coerenza, si spezza. Non si tratta di un semplice momento di stanchezza o di difficoltà, ma di una frattura interiore che segna il passaggio dall’unità alla separazione. Chi sente di provare meno, in realtà non prova più la stessa cosa: resta forse l’abitudine, l’affetto, il ricordo, ma non quella interezza che rende l’amore vivo, rischioso e assoluto.
In questo senso l’amore è visto come un sentimento che non ammette mezze misure: o coinvolge tutta la persona, oppure diventa qualcos’altro. La perdita d’intensità mostra che si è rinunciato a una parte di sé, che non ci si mette più completamente in gioco. L’attenuarsi dei gesti spontanei, del desiderio di condividere, del bisogno di proteggere e custodire l’altro rivela un vuoto che non è recuperabile con la sola volontà. Ciò che si riduce si è già trasformato in distanza.
Questa visione è radicale e persino dura, ma mette in luce come la pienezza di un sentimento, quando è autentico, non sopporti il compromesso con la tiepidezza. Invita a interrogarsi senza autoinganni: se si ama davvero, non si misura il sentimento; quando si comincia a misurarlo, la sua essenza si è già dissolta. La sincerità verso se stessi e verso l’altro diventa allora un dovere inevitabile, anche quando conduce alla consapevolezza di una fine.