Il tempo cambia il volto delle cose, anche dei ricordi.
I forti si salvavano a spese dei deboli, e soccombeva chi non era furbo a sufficienza per sopravvivere.
C'è uno strano misto di piacere e dolore a osservare chi si ama mentre è senza di noi.
Solo un ideale dà senso al combattere.
Non era vero che il tempo curava le ferite. Esistevano cose che rimanevano bloccate in un eterno presente, senza possibilità di soluzione.
La condanna degli esserti mortali, o forse il loro dono, è questo: bisogna vivere senza capire.
L'uomo mortale, Leucò, non ha che questo d'immortale. Il ricordo che porta e il ricordo che lascia. Nomi e parole sono questo. Davanti al ricordo sorridono anche loro, rassegnàti.
Che cosa sono i ricordi? Troppe volte la tisi dell'anima.
Chi non ricorda, non vive.
La vita non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla.
Il ricordo è una forma di incontro.
Il ricordo è una memoria che ha goduto.
Il ricordo è un modo di incontrarsi.
I ricordi sono come il vino che decanta dentro la bottiglia: rimangono limpidi e il torbido resta sul fondo. Non bisogna agitarla, la bottiglia.
Il ricordo è un compromesso: gli uomini si difendono con quello.