Il ricordo è un compromesso: gli uomini si difendono con quello.
Ho pure opposto il principio della personalità, la sua indipendenza davanti a ogni ordine sociale, davanti a ogni governo, davanti a ogni ambiente esteriore. Ciò significa che ho difeso lo spirito e quanto ad esso si riferisce.
Al mondo non sempre i buoni e i generosi hanno la ricompensa che si meritano.
Ma: la terribile parola della disperazione.
Un nome qualunque non esiste, per così dire non si dà in natura: ogni nome reca una certa carica di destino.
L'uomo mortale, Leucò, non ha che questo d'immortale. Il ricordo che porta e il ricordo che lascia. Nomi e parole sono questo. Davanti al ricordo sorridono anche loro, rassegnàti.
Il ricordo è una memoria che ha goduto.
Il ricordo ci lega a una parte consumata della nostra vita.
I nostri ricordi sono schedari consultati e poi restituiti in disordine da autorità che noi non controlliamo.
Chiama i ricordi col loro nome volta la carta e finisce in gloria.
Chi non ricorda, non vive.
Che cosa sono i ricordi? Troppe volte la tisi dell'anima.
La vita non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla.
Il tempo cambia il volto delle cose, anche dei ricordi.