Il ricordo è un compromesso: gli uomini si difendono con quello.— Tommaso Landolfi
Il ricordo è un compromesso: gli uomini si difendono con quello.
Vi è forse qualcosa di più ignobile della democrazia?
Al mondo non sempre i buoni e i generosi hanno la ricompensa che si meritano.
Un nome qualunque non esiste, per così dire non si dà in natura: ogni nome reca una certa carica di destino.
Il comunismo come si è manifestato nella rivoluzione russa, ha negato la libertà, ha negato la personalità, ha negato lo spirito. Precisamente in ciò, non già nel suo sistema sociale, si è manifestato il male demoniaco del comunismo.
Il diritto divino era pure un'idea: come potrebbe esserlo la sovranità popolare, che nel migliore dei casi è dell'ordine delle volgari necessità? Necessità non fa idea.
I nostri ricordi sono schedari consultati e poi restituiti in disordine da autorità che noi non controlliamo.
Il tempo cambia il volto delle cose, anche dei ricordi.
I ricordi sono come il vino che decanta dentro la bottiglia: rimangono limpidi e il torbido resta sul fondo. Non bisogna agitarla, la bottiglia.
Chiama i ricordi col loro nome volta la carta e finisce in gloria.
Il ricordo è una memoria che ha goduto.
Chi non ricorda, non vive.
Il ricordo ci lega a una parte consumata della nostra vita.
Il ricordo è un modo di incontrarsi.
L'uomo mortale, Leucò, non ha che questo d'immortale. Il ricordo che porta e il ricordo che lascia. Nomi e parole sono questo. Davanti al ricordo sorridono anche loro, rassegnàti.