Il commercio è la scuola della frode.— Luc de Clapiers de Vauvenargues
Il commercio è la scuola della frode.
Non è nato per la gloria chi non conosce il valore del tempo.
La pazienza è l'arte di sperare.
Quando riceviamo qualche favore dai nostri amici, subito pensiamo che in virtù dell'amicizia essi son pur tenuti a ciò, ma non pensiamo affatto che non sono punto tenuti ad esserci amici.
Il frutto del lavoro è il più dolce dei piaceri.
Noi trascuriamo spesso le persone su cui la natura ci dà un certo ascendente; e sono pur quelle che dovremmo attaccare a noi e quasi incorporarci, le altre non attenendo a noi che col vincolo dell'interesse, che è il più mutevole oggetto che ci sia.
Il commercio inchiuderà eternamente come prima idea sua essenziale che uno dia liberamente una cosa e l'altro liberamente la ricambi.
L'inclinazione a trafficare, barattare, scambiare una cosa con un'altra è comune a tutti gli uomini e non si trova in nessun'altra razza di animali.
Commerciare con tutte le nazioni, stringere alleanze con nessuna.
Il commercio è ladrocinio se non è scambio.
Lasciati ingannare! Non disturbare il buon funzionamento del commercio!
Ecco da cosa si vede il buon commerciante. Ti fa comprare quello che lui vuol vendere.
Lo spirito commerciale è lo spirito del mondo. È senz'altro lo spirito grandioso. Esso mette tutto in movimento e collega tutto. Risveglia paesi e città, nazioni e opere d'arte. È lo spirito della civiltà, la perfezione del genere umano.
Il commercio mondiale è imperniato quasi interamente su dei bisogni: bisogni non del consumo individuale, ma della produzione.
Il libero commercio non è un principio, ma un espediente.