Le nostre più grosse stupidaggini possono essere molto sagge.
Il limite del linguaggio si mostra nell'impossibilità di descrivere il fatto che corrisponde a una proposizione (che è la sua traduzione) senza appunto ripetere la proposizione.
Se nella vita siamo circondati dalla morte, così anche nella salute dell'intelletto siamo circondati dalla follia.
Nella vita, come nell'arte, è difficile dire qualche cosa che sia altrettanto efficace del silenzio.
L'immagine presenta la situazione nello spazio logico, il sussistere e non sussistere di stati di cose.
La confusione e la sterilità della psicologia non si possono spiegare dicendo che è una "scienza giovane"; il suo stato non si può paragonare, ad esempio, con quello della fisica ai suoi primordi. In altre parole, in psicologia sussistono metodi sperimentali e confusione concettuale.
La fine della saggezza è sognare cose così elevate da perdere il sogno nella ricerca di esse.
La saggezza e il genio sono fidanzati, ma non hanno mai potuto sposarsi.
Si può essere saggio solo alla condizione di vivere in un mondo di stolti.
Ciò che distingue il savio dal pazzo è che questi si fa guidare dalle passioni, mentre il primo ha per guida la ragione.
Anche uno stolto può essere saggio dopo l'evento.
L'uomo saggio mangia senza ingozzarsi e vive senza grandi comodità. Egli è diligente in ciò che fa, prudente in ciò che dice e si sforza di correggersi tenendo a modello coloro che possiedono la Via. Così è l'uomo mosso da un vero desiderio di istruzione.
Il sapiente non accetterà entro la soglia di casa sua nessun denaro di provenienza sospetta: non rifiuterà però né respingerà le grandi ricchezze dono della fortuna e frutto della virtù.
Un saggio impara dagli errori degli altri, uno stolto dai propri.
La cosiddetta buona società riconosce il valore di pregi d'ogni specie, tranne quelli spirituali: anzi questi sono contrabbando.
L'uomo si crede savio quando la sua pazzia sonnecchia.