La morte non è forse altro che la nascita di un'anima.
La sofferenza ci rende egoisti, perchè ci assorbe completamente.
Bisogna aver vissuto in una piccola città per sapere come i congegni della società vi giochino allo scoperto e fino a che punto i drammi e le farse della vita pubblica e privata vi siano messi a nudo.
Non sapevo che il dolore ripiega in labirinti strani, dove non avevo ancora finito di addentrarmi.
Le usanze contano più delle leggi, le convenzioni più delle usanze.
È più difficile cedere una volta sola che non cedere mai.
Non ti preoccupare della morte, quando ci arrivi, perché non lascia impronte.
Vai e prova a confutare la morte: la morte confuterà te, ed è tutto!
Pare impossibile; ma c'è al mondo certa gente che riesce a morire, sebbene non sia mai stata viva.
La morte è l'assentarsi dell'eterno.
Questo paese sconosciuto da cui nessun viaggiatore è tornato.
La morte è la porta che tutti noi dobbiamo attraversare, ed è questo nostro io spirituale che, abbandonato il corpo fisico, ci farà continuare a vivere, a imparare e a crescere mentre proseguiamo.
La morte dei giovani è un naufragio. La morte dei vecchi è un approdare al porto.
Chi non vuole morire non vuole vivere.
Mai come oggi gli uomini sono morti così silenziosamente e igienicamente e mai sono stati così soli.
È l'ignoto che temiamo, quando guardiamo la morte e il buio, nient'altro.