Quando riusciamo a vedere la bellezza, essa è sempre perduta.
Siamo forti contro le tentazioni forti. Contro le deboli, deboli.
La fede in Dio si può averla senza saperlo. Anzi, forse, la si ha solo quando si crede di non averla. La fede si dimostra nell'azione.
C'è il pettegolezzo, di cui si dice tanto male; ma che in fondo è la base della carità, dell'interesse per il prossimo.
Ognuno fa tutto il bene e tutto il male che può.
L'umiltà è quella virtù che, quando la si ha, si crede di non averla.
Ci sono tanti tipi di bellezza quanti sono i modi abituali di cercare la felicità.
Dirò insomma, ch'in lei dal capo al piede, quant'esser può beltà, tutta si vede.
Non vi è cosa più divina della bellezza, la quale, non appartenendo al corpo e non avendo principio o esistenza se non nello spirito e nella ragione, può essere svelata e appresa da questa parte più divina di noi, quando essa contempla se stessa, unico oggetto degno di lei.
Sembra che l'onesto non s'identifichi col bello.
Non può essere bello chi ha in sé un male che porterà alla tomba.
La via della Bellezza si rivela così come la via di Dio Trinità, e perciò come la via della salvezza e della verità: nella bellezza tutto è unificato, tutto giustificato nel suo ultimo senso.
La bellezza, dopo tre giorni, è tanto noiosa come la virtù.
L'umanità può vivere senza la scienza, può vivere senza pane, ma soltanto senza la bellezza non potrebbe più vivere, perché non ci sarebbe più nulla da fare al mondo. Tutto il segreto è qui, tutta la storia è qui.
Lo studio della bellezza è un duello in cui l'artista urla di spavento prima di esser vinto.
Il giudizio di gusto consiste proprio nel chiamar bella una cosa soltanto per la sua proprietà di accordarsi col nostro modo di percepirla.