Ogni storia è una storia infinita.
Esiste un grande eppur quotidiano mistero. Tutti gli uomini ne partecipano ma pochissimi si fermano a rifletterci. Quasi tutti si limitano a prenderlo come viene e non se ne meravigliano affatto. Questo mistero è il tempo.
Come voi avete occhi per vedere la luce, e orecchie per sentire i suoni, così avete un cuore per percepire il tempo. E tutto il tempo che il cuore non percepisce è perduto, come i colori dell'arcobaleno per un cieco o il canto dell'usignolo per un sordo.
Ci sono cose che non si possono capire con la riflessione, bisogna viverle.
Una Storia può essere nuova eppure raccontare di tempi immemorabili. Il passato nasce con lei.
Condannatemi, non importa, la storia mi assolverà.
Alla storia non si chiede né il numero dei morti né il costo delle grandi imprese!
Nella storia e nella vita pare talvolta discernere una legge feroce, che suona "a chi ha sarà dato; a chi non ha, a quello sarà tolto".
Ciascun giorno è farsi un giro nella storia.
Il fascino della storia, come quello del mare, risiede in ciò che cancella: l'onda che sopraggiunge fa sparire dalla sabbia la traccia della precedente.
Fede e storia non si escludono, ma si integrano e si spiegano a vicenda.
La storia, una distillato di rumori.
Tutti i nodi furono tagliati dalla nostra spada lucente e la vittoria africana resta nella storia della patria, integra e pura, come i legionari caduti e superstiti la sognavano e la volevano.
Chiunque può fare la storia. Solo un grande uomo può scriverla.
La storia, si capisce, è tutta un'oscenità fin dal principio.