La storia non è che il quadro dei delitti e delle disgrazie.— Voltaire
La storia non è che il quadro dei delitti e delle disgrazie.
Un uomo è libero nel momento in cui desidera esserlo.
Non che il suicidio sia sempre follia. Ma in genere non è in un accesso di ragione che ci si ammazza.
Le parole sono per i pensieri quel che è l'oro per i diamanti: necessario per metterli in opera, ma ce ne vuol poco.
Quello che si può spiegare in parecchi modi non merita di essere spiegato.
Chi dice il segreto degli altri è un traditore; chi dice il proprio è uno sciocco.
Qualsiasi cosa tranne la storia, perché la storia è sempre sbagliata.
La storia è sempre differente da quello che è capitato.
Ignorare quello che è avvenuto prima della nostra nascita equivale a rimanere sempre bambini.
Il mondo è monotono, gli uomini non imparano nulla e ricascano a ogni generazione negli stessi errori ed orrori, gli avvenimenti non si ripetono, ma si somigliano: finiscono le novità, le sorprese, le rivelazioni.
Non esiste la Storia, entità misteriosa scritta con la lettera maiuscola. Sono gli uomini, finché essi sono davvero uomini, che fanno e disfanno la storia.
La storia non deve essere presentata come un'accumulazione di risultati conseguiti o come una mera esposizione di avvenimenti, ma come una poderosa realtà in azione.
Rimanere all'oscuro di quello che è capitato prima della propria nascita vuol dire rimanere per sempre bambini.
La risposta tradizionale alla domanda "Chi possiede la storia?" è sempre stata "i vincitori", sebbene gli USA "possiedano" la storia della guerra vietnamita nonostante l'abbiano persa.
Lo stile non dipende dalla bellezza. Nella storia ci sono state donne non bellissime, anzi con alcuni difetti evidenti, che hanno avuto successo proprio perché avevano stile.
Senza sforzo, senza sacrificio e senza sangue nulla si conquista nella storia.