Imparare dalla storia che da essa non c'è niente da imparare.— Elias Canetti
Imparare dalla storia che da essa non c'è niente da imparare.
Che ci siano lingue diverse è il fatto più misterioso dell'umanità.
La struttura primordiale del potere, il suo cuore e il suo nucleo, si è spinta all'assurdo e giace in frantumi. Il potere è più grande ma anche più fuggevole che mai. Tutti sopravviveranno o nessuno.
Non ci sono più parole potenti. Capita di dire "Dio" solo per pronunciare una parola che una volta era potente.
Le parole non sono troppo vecchie, lo sono soltanto gli uomini che usano le stesse parole troppo spesso.
Le religioni storiche mondiali portano nel sangue un presentimento delle insidie della massa. Ciò che esse desiderano è, al contrario, un gregge duttile. È consueto considerare i fedeli come pecore e lodarli per la loro ubbidienza.
L'uomo non è del tutto colpevole, poiché non ha cominciato la storia; né del tutto innocente, poiché la continua.
Per essere dei grandi leader è necessario diventare studiosi del successo e il miglior modo che conosco è quello di conoscere la storia e la biografia degli uomini che già hanno avuto successo. Così la loro esperienza diventa la mia esperienza.
Come già tutti i secoli e millenni che l'hanno preceduto sulla terra, anche il nuovo secolo si regola sul noto principio immobile della dinamica storica: "agli uni il potere, e agli altri la servitù".
La sola storia vera è quella che noi inventiamo.
La storia del genere umano diventa sempre più una gara fra l'istruzione e la catastrofe.
E vota e gira, 'a storia è sempre chessa.
La storia si ripete sempre due volte: la prima volta come tragedia, la seconda come farsa.
Qualsiasi cosa tranne la storia, perché la storia è sempre sbagliata.
La storia è una galleria di quadri dove ci sono pochi originali e molte copie.
Uno de' più nobili ed opportuni esercizj della penna è sempre la storia.