Imparare dalla storia che da essa non c'è niente da imparare.— Elias Canetti
Imparare dalla storia che da essa non c'è niente da imparare.
Finché può, la massa accoglie in sé ogni cosa; ma proprio perché accoglie ogni cosa, essa si disgrega.
Si muore troppo facilmente. Dovrebbe essere molto più difficile morire.
Nell'eternità tutto è inizio, mattino profumato.
Che uno riesca a vedere chiaramente che cos'è la vita e tuttavia la ami tanto! Forse ha il sospetto di quanto poco significhi quel suo veder chiaro.
La morte è una battaglia sempre perduta.
Il mondo è monotono, gli uomini non imparano nulla e ricascano a ogni generazione negli stessi errori ed orrori, gli avvenimenti non si ripetono, ma si somigliano: finiscono le novità, le sorprese, le rivelazioni.
I popoli felici non hanno storia. La storia è la scienza dell'infelicità degli uomini.
La storia si scriverà col sangue e col ferro, ma si stampa con l'inchiostro.
La risposta tradizionale alla domanda "Chi possiede la storia?" è sempre stata "i vincitori", sebbene gli USA "possiedano" la storia della guerra vietnamita nonostante l'abbiano persa.
La storia insegna, ma non ha scolari.
Ci sono due tipi di artisti: quelli che vogliono passare alla storia e quelli che si accontentano di passare alla cassa.
La storia non progredisce in base a principi democratici: avanza per mezzo della violenza.
La storia, come un idiota, meccanicamente si ripete.
Storia. Resoconto per lo più falso di eventi per lo più irrilevanti provocati da sovrani per lo più mascalzoni e da soldati per lo più folli.
La storia sarà gentile con me, poiché intendo scriverla.