Se non amate il mare, se non amate la montagna, se non amate la città... andate a quel paese!
Mentre il mio spirito se ne va in macchina lungo il mare su strade sterrate rognose più tossiche di un sigaro scadente e mentre continuo ad andare solo e spensierato le case dei ricchi su in alto sembrano folli, annebbiate e atterrite sulle cime delle piatte montagne.
Quassù ritrovo l'aria, l'ispiro così forte che finalmente so cos'è l'ispirazione per un artista. È aria venuta da lontano, respirata prima da alberi e da generazioni.
La montagna se praticata in un certo modo è una scuola indubbiamente dura, a volte anche crudele, però sincera come non accade sempre nel quotidiano.
Ricordi quel tizio, circa venti anni fa, ora mi sfugge il nome... Scalò l'Everest senza usare l'ossigeno, tornò giù quasi morto. Gli chiesero: "Perché sei andato là, per morire?", e lui disse: "Non è cosi, sono andato là per vivere!".
Vivere in montagna senza avere un rapporto con il Creatore e la creazione è impossibile, mentre abitare in città ci fa condurre un'esistenza allo stesso livello dell'asfalto.
Ora siamo nelle montagne e le montagne sono dentro di noi.
E vanno gli uomini ad ammirare le vette dei monti, ed i grandi flutti del mare, ed il lungo corso dei fiumi, e l'immensità dell'Oceano, ed il volgere degli astri... e si dimenticano di se medesimi.
Quanto monotona sarebbe la faccia della terra senza le montagne.
E catene di monti coperte di nevi / saranno confine a foreste di abeti.
Le montagne sono sempre generose. Mi regalano albe e tramonti irripetibili; il silenzio è rotto solo dai suoni della natura che lo rendono ancora più vivo.