La fede che non dubita non è fede.— Miguel de Unamuno
La fede che non dubita non è fede.
I medici si agitano in questo dilemma: o lasciar morire l'ammalato per timore di ucciderlo o ucciderlo per timore che muoia.
I martiri creano la fede, ma la fede non crea martiri.
Quanto è più fredda l'anima più, al ridestarsi dalle sue notti spirituali, si trova imbevuta nella rugiada della grazia.
La sofferenza dei monaci e della monache, dei solitari d'ambo i sessi, non è una sofferenza della sessualità ma di maternità e di paternità, cioè di finalità.
Questi terribili sociologi, che sono gli astrologi e gli alchimisti del nostro tempo.
La fede non è passività. Apre alla vita. È lucidità, stupore, camminare e partecipare alla comprensione della vita.
La fede è uno stato mentale che può essere indotto, o creato, da affermazioni o istruzioni ripetute al proprio subconscio, attraverso il principio dell'autosuggestione.
Il piano di Dio è insinuare la fede nella mente per mezzo di ragioni e nel cuore per mezzo della Grazia.
Mi sono sempre preoccupato di conservare una certa distanza e penso che si debba sempre tenersi stretta una parte del proprio io e non essere mai totalmente convinto della giustezza di quello che si fa. La fede dovrebbe sempre essere temperata dalla moderazione.
Io credo perché ho bisogno di credere in Dio e nel «dopo» che c'è oltre la vita. La fede, per me, è un dogma. Un valore assoluto. Che fa parte della vita di chiunque, anche di quelli che dicono di non credere.
Alla fine, la fede cieca è il solo tipo di fede.
Aver fede significa credere in qualcosa che non siamo in grado di provare.
L'Abate passò il resto dei suoi giorni tra carcere e convento in continui atti d'abiura, finché non morì, senza aver capito, dopo una vita intera dedicata alla fede, in che cosa mai credesse, ma cercando di credervi fermamente fino all'ultimo.
Dare all'uomo una fede, vuol dire decuplicare la sua forza.
Il solo immaginare che il sovrano dell'universo correrà ad assistermi rivoltando le leggi della natura, per me è il massimo dell'arroganza.