La peggiore intolleranza è quella di ciò che chiamano ragione.— Miguel de Unamuno
La peggiore intolleranza è quella di ciò che chiamano ragione.
Accade invariabilmente che il punto di partenza della saggezza sia la paura.
Il mondo intellettuale si divide in due classi: da una parte i dilettanti, dall'altra i pedanti.
La consapevolezza è una malattia.
Bisogna cercare la verità e non la ragione delle cose, e la verità si cerca con l'umiltà.
I martiri creano la fede, ma la fede non crea martiri.
Ci sono certe cose nelle quali la mediocrità è intollerabile: poesia, musica, pittura, pubblica eloquenza. Quale tortura è ascoltare uno sterile discorso mentre viene pomposamente declamato, o un verso di scarsa qualità recitato con tutta la pessima magniloquenza di un poeta.
L'intolleranza è unicamente essenziale al monoteismo: un dio unico è, per la sua natura, un dio geloso, che non soffre l'esistenza di alcun altro dio.
Le grandi fedi, per affermarsi, hanno bisogno di grandi persecuzioni.
Solo chi prende il mondo quale è ha la chance di poter pensare e dire circa il mondo qualche cosa di valido, anche quando la sua prima affermazione fosse che bisogna cambiare il mondo perché, così come è, è intollerabile.
Se riuscissimo a recuperare l'intransigenza della gioventù, ciò di cui ci si indignerebbe di più è ciò che si è diventati.
Incontro ad ogni passo indulgenza o intolleranza, senso di giustizia, no.
Esser cieco non è triste; esser cieco ma non essere capace di sopportare la cecità, questo è triste.
Quando una disgrazia è accaduta e non si può più mutare, non ci si dovrebbe permettere neanche il pensiero che le cose potevano andare diversamente o addirittura essere evitate: esso infatti aumenta il dolore fino a renderlo intollerabile.
Una sola cosa è più tragica del dolore: la vita di un uomo felice.
Dovremmo rivendicare, nel nome della tolleranza, il diritto a non tollerare gli intolleranti.