Quel che ho imparato, non lo so più. Il poco che so ancora, l'ho intuito.
Ci sono sciocchezze ben presentate come ci sono sciocchi ben vestiti.
Gli uomini sono così perversi che la sola speranza e persino il solo desiderio di correggerli, di vederli finalmente ragionevoli e onesti, è un'assurdità, un'idea romanzesca che si perdona soltanto all'ingenuità della prima giovinezza.
La parola più ragionevole che sia stata detta sul celibato e sul matrimonio è questa: qualunque cosa farai, te ne pentirai.
All'idropico, fa di più chi lo guarisce della sete di chi gli offre un barile di vino. Applicate questa massima alle ricchezze.
Chi non ha vera grandezza d'animo non può avere bontà; può avere soltanto bonomia.
Il sapere scientifico non è conoscenza certa: è solo un sapere congetturale.
Quanto più già si sa, tanto più bisogna ancora imparare. Con il sapere cresce nello stesso grado il non sapere, o meglio il sapere del non sapere.
Con poco sapere, ma di buona qualità, si produce di più che con moltissimo sapere di cattiva qualità.
Se un uomo è onesto come scienziato, la proporzione fra quanto crede di sapere e quanto crede di non sapere varia sempre a suo discapito. E più si diventa vecchi se si cerca sinceramente la verità più si sa che non si sa niente e che ci sono tante cose che si vorrebbero sapere.
Meno sappiamo e più lunghe sono le nostre spiegazioni.
So di non sapere.
Il vero sapere è essenzialmente armonia.
L'uomo di poco sapere invecchia come un bove. Crescono le sue carni, ma non cresce la saggezza.
Quel che insegna Google è che c'è oggi una parte enorme di umani per la quale, ogni giorno, il sapere che conta è quello in grado di entrare in sequenza con tutti gli altri saperi.