É prerogativa della grandezza recare grande felicità con piccoli doni.
"Bene e male sono i pregiudizi di Dio" disse il serpente.
Ciò che uno è incomincia ad affiorare quando scema il suo talento, quando egli smette di mostrare ciò che è capace di fare. Il talento è anche un ornamento; un ornamento è anche un nascondiglio.
La rassegnazione è la posizione più comoda di un infermo che si è rigirato a lungo tra i tormenti per poterla trovare, e così ha finito per stancarsi e, con la stanchezza, ha trovato anche la posizione.
Una virtù che dona è la virtù più nobile.
Siamo felici perché sorridiamo e non viceversa.
La voce della carne è: non aver fame, non aver sete, non aver freddo. Chi ha queste cose può gareggiare in felicità anche con Zeus.
La felicità in assoluto non esiste, essa è solo una momentanea sospensione dell'affanno.
Via via che scompaiono coloro che abbiamo amato diminuiscono le ragioni di conquistare una felicità che non possiamo più gustare insieme.
Quando si vogliono valutare le condizioni di un uomo in quanto alla sua felicità, non bisogna chiedere cosa lo diverte, ma che cosa lo rattrista.
La felicità è un oblìo che dura una settimana.
A volte la cosa più bella è proprio quella che arriva inaspettatamente e immeritata, quindi qualcosa di veramente regalato.
La felicità è un modo di vedere.
È meglio essere infelici da soli che essere infelici con qualcuno.