L'estrema punizione per chi cerca mondi migliori è il niente.
Non è vero che non credi all'amore. Ci credi tanto da straziarti perché ne vedi così poco e perché quello che vedi non è mai perfetto.
Quasi niente quanto la guerra, e niente quanto una guerra ingiusta, frantuma la dignità dell'uomo.
Chi subisce la lobotomia smette di pensare ciò che potrebbe pensare, diventa docile strumento nelle mani di chi pensa per lui. E se chi pensa per lui è a sua volta lobotomizzato, buonanotte al secchio.
È bello fuggire se ti sembra giusto e lo vuoi: mentre chiudi la porta alle spalle ti senti più vivo, la strada è sempre prateria sconfinata e il treno, è una lunga promessa. Ma quando il treno si muove, il vagone diventa una gabbia senz'aria, il domani un tunnel che ti condurrà chissà dove.
Rifiuto di rinunciare a me stesso e rassegnarmi. Un uomo rassegnato è un uomo morto prima di morire, ed io non voglio essere morto prima di morire. Non voglio morire da morto! Voglio morire da vivo!
Il niente è da preferirsi al soffrire? Io perfino nelle pause in cui piango sui miei fallimenti, le mie delusioni, i miei strazi, concludo che soffrire sia da preferirsi al niente.
Niente è più reale del niente.
Se uno muore vuol dire che è nato, che è uscito dal niente, e niente è peggiore del niente: il brutto è dover dire di non esserci stato.
Niente è troppo poco; Dio sarebbe troppo.
La parola più vera, più esatta, più colma di senso è la parola "niente".
Amo molto parlare di niente. É l'unico argomento di cui so tutto.
Chi non ha fatto niente non sa niente.
Non è che se non si crede a niente, non c'è niente. Bisogna trattare il niente come se fosse qualcosa.