Se diventi schiavo dell'abitudine, lentamente ti spegni.
Perchè tu mi oda le mie parole a volte si assottigliano come le orme dei gabbiani sulle spiagge.
Confesso che ho vissuto.
Se non scali la montagna non ti potrai mai godere il paesaggio.
Dura è la mia lotta e torno con gli occhi stanchi, a volte, d'aver visto la terra che non cambia, ma entrando il tuo sorriso sale al cielo cercandomi ed apre per me tutte le porte della vita.
Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida felicità.
Abitudine. All'inizio il filo di una ragnatela, poi un cavo.
L'abitudine è un abito che, indossato da giovani, ci rifiutiamo di togliere vita natural durante.
Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marcia, chi non rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.
Se l'abitudine è una seconda natura, ci impedisce di conoscere la prima, della quale non ha né la crudeltà, né gli incanti.
L'abitudine è la grande guida della vita umana.
Non nella novità, ma nell'abitudine troviamo i piaceri più grandi.
Il capriccio è dannoso come la routine. L'abitudine è necessaria; è l'abitudine di avere delle abitudini, di fare di una traccia un solco, che è necessario combattere, se si vuole rimanere vivi.
Niente è più forte dell'abitudine.
Nessuno osa dire addio alle proprie abitudini. Più di un suicida s'è fermato sulle soglie della morte pensando al caffè dove andava a giocare tutte le sere la sua partita a domino.
Le viziose abitudini sono altrettante catene che ritengono l'uomo in una misera schiavitù. Guardisi dal contrarne veruna chi vuol conservare intera la sua libertà.