L'abitudine fa della vita un proverbio.
Il piacere delle dispute è di fare la pace.
I grandi artisti non hanno patria.
L'uomo è uno scolaro e il dolore è il suo maestro; nessuno si conosce finché non ha sofferto.
L'orgoglio in collera è un cattivo consigliere.
La vita è una rosa dove ogni petalo è un'illusione e ogni spina una realtà.
L'abitudine e il timore del nuovo sono ostacoli alla nostra crescita e ci fanno rimanere quelli di sempre con una vita piatta, insignificante e sempre uguale.
Nulla di ciò che è per natura può assumere abitudini ad essa contrarie: per esempio, la pietra che per natura si porta verso il basso non può abituarsi a portarsi verso l'alto, neppure se si volesse abituarla gettandola in alto infinite volte.
Se l'abitudine è una seconda natura, ci impedisce di conoscere la prima, della quale non ha né la crudeltà, né gli incanti.
L'abitudine rende sopportabile anche le cose spaventose.
Se si tollera qualcosa, diventa sopportabile e poco tempo dopo anche normale.
L'abitudine viene spesso scambiata per amore.
L'abitudine rende sopportabili anche le cose spaventose.
Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marcia, chi non rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.
L'abitudine può cambiare lo stampo della natura, e domare il diavolo o cacciarlo del tutto, con forza meravigliosa.