L'abitudine rende sopportabile anche le cose spaventose.
Stolto è chi rinuncia ai beni che già ha, nella speranza di ottenerne di maggiori.
È meglio un guadagno oggi, anche se piccolo, che uno grande domani.
Una crosta mangiata in pace è meglio di un banchetto a cui si partecipa con ansietà.
I veri amici si riconoscono nelle disgrazie.
Spesso chi tende insidie contro un altro costruisce trappole per sé stesso.
Prendere un'abitudine è cominciare a cessare di essere.
A nulla ci si abitua tanto presto che le cattive abitudini.
L'abitudine è un mostro che consuma e distrugge tutti i sentimenti, tutte le inclinazioni. Allo stesso modo è un angelo in tutto ciò che dà inaspettatamente alle azioni buone e virtuose una facilità, una sembianza naturale, che le fa credere innate nell'uomo.
È grande la forza dell'abitudine.
Nelle nostre azioni abituali di mille non ce n'è una sola che riguardi noi stessi e la nostra condizione.
L'abitudine è la più infame delle malattie perché ci fa accettare qualsiasi disgrazia, qualsiasi dolore, qualsiasi morte.
L'abito è grande maestro, ma di per sé insufficiente, se non vi si aggiunga la ragione pensata e la volontà di quello a che l'uomo si viene abituando.
Quando si guardano troppo le stelle anche le stelle finiscono per essere insignificanti.
Non nella novità, ma nell'abitudine troviamo i piaceri più grandi.
Il capriccio è dannoso come la routine. L'abitudine è necessaria; è l'abitudine di avere delle abitudini, di fare di una traccia un solco, che è necessario combattere, se si vuole rimanere vivi.