Quando si guardano troppo le stelle anche le stelle finiscono per essere insignificanti.— Jules Renard
Quando si guardano troppo le stelle anche le stelle finiscono per essere insignificanti.
Non essere mai soddisfatti: tutta l'arte è qua.
Il mio paese è là dove passano le nuvole più belle.
Cornuto: strano che questa parolina non abbia il femminile.
Un amico è colui che indovina sempre quando si ha bisogno di lui.
Sii modesto! È il genere di orgoglio che dispiace di meno.
Niente ha bisogno d'esser modificato quanto le abitudini degli altri.
La costanza di un'abitudine è di solito proporzionale alla sua assurdità.
L'abitudine è il più spietato dei veleni perché entra in noi lentamente, silenziosamente, cresce a poco a poco nutrendosi della nostra inconsapevolezza, e quando scopriamo d'averla addosso ogni fibra di noi s'è adeguata, ogni gesto s'è condizionato, non esiste più medicina che possa guarirci.
L'abitudine ci fa accettare l'inaccettabile.
In genere le catene dell'abitudine sono troppo leggere per essere avvertite finché non diventano troppo pesanti per essere spezzate.
Tale è la forza dell'abitudine che ci si abitua perfino a vivere.
L'abitudine fa della vita un proverbio.
L'abitudine e il timore del nuovo sono ostacoli alla nostra crescita e ci fanno rimanere quelli di sempre con una vita piatta, insignificante e sempre uguale.
Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marcia, chi non rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.
L'abitudine si vince con l'abitudine.