Non vi è nulla di così assurdo che l'abitudine non renda accettabile.
Ci sono tante grammatiche quanti sono i grammatici, e anche di più.
Questa vita si può chiamar vita, se ne togli il piacere?
In gran parte i mariti sono come li fanno le mogli.
Giove infuse nell'uomo molta più passione che ragione: pressappoco nella proporzione di ventiquattro a uno. Relegò inoltre la ragione in un angolino della testa lasciando il resto del corpo ai turbamenti delle passioni.
L'abitudine è un mostro che consuma e distrugge tutti i sentimenti, tutte le inclinazioni. Allo stesso modo è un angelo in tutto ciò che dà inaspettatamente alle azioni buone e virtuose una facilità, una sembianza naturale, che le fa credere innate nell'uomo.
La costanza di un'abitudine è di solito proporzionale alla sua assurdità.
Tale è la forza dell'abitudine che ci si abitua perfino a vivere.
Le vecchie abitudini, anche se cattive, turbano meno delle cose nuove e inconsuete. Tuttavia, talvolta è necessario cambiare, passando gradualmente alle cose inconsuete.
L'abitudine si vince con l'abitudine.
L'abitudine è mezza padrona del mondo. "Così faceva mio padre" è sempre una delle grandi forze che guidano il mondo.
L'abitudine ci nasconde il vero aspetto delle cose.
L'abitudine è l'abitudine, e nessun uomo può buttarla dalla finestra; se mai la si può sospingere giù per le scale, un gradino alla volta.
É più facile rinunciare ad un sentimento che perdere un'abitudine.
Le viziose abitudini sono altrettante catene che ritengono l'uomo in una misera schiavitù. Guardisi dal contrarne veruna chi vuol conservare intera la sua libertà.