Nessuno osa dire addio alle proprie abitudini. Più di un suicida s'è fermato sulle soglie della morte pensando al caffè dove andava a giocare tutte le sere la sua partita a domino.
L'amore è la poesia dei sensi.
Quel che rende indissolubile le amicizie e ne raddoppia l'incanto è un sentimento che manca all'amore: la sicurezza.
Quando le donne ci amano, ci perdonano tutto, persino i nostri crimini. Quando non ci amano, non danno credito a nulla, nemmeno alle nostre virtù.
La potenza non consiste nel colpire forte o spesso, ma nel colpire giusto.
Nelle immersioni sul fondo del piacere rischiamo di prendere più sabbia che perle.
Niente è più forte dell'abitudine.
Nelle nostre azioni abituali di mille non ce n'è una sola che riguardi noi stessi e la nostra condizione.
Le vecchie abitudini, anche se cattive, turbano meno delle cose nuove e inconsuete. Tuttavia, talvolta è necessario cambiare, passando gradualmente alle cose inconsuete.
L'abitudine è un mostro che consuma e distrugge tutti i sentimenti, tutte le inclinazioni. Allo stesso modo è un angelo in tutto ciò che dà inaspettatamente alle azioni buone e virtuose una facilità, una sembianza naturale, che le fa credere innate nell'uomo.
Un'abitudine, se non contrastata, presto diventa una necessità.
Non vi è nulla di così assurdo che l'abitudine non renda accettabile.
Nulla di ciò che è per natura può assumere abitudini ad essa contrarie: per esempio, la pietra che per natura si porta verso il basso non può abituarsi a portarsi verso l'alto, neppure se si volesse abituarla gettandola in alto infinite volte.
Tutte le abitudini diventano una seconda natura, quando si tengono a lungo le finestre tappate si finisce per amare il puzzo più dell'aria fresca.
Gli uomini si abituano a tutto con una spaventevole rapidità.
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