Gli uomini si giudicano meglio dal basso verso l'alto che dall'alto in basso.
Dignità è una parola che non ha plurale.
La chiave di un uomo si trova negli altri: è il contatto con il prossimo quello che ci illumina su noi stessi.
Nell'atto di fede c'è sempre un momento in cui bisogna chiudere gli occhi e buttarsi in acqua con cuore intrepido e senza garanzia apparente.
Due modi di brillare: riflettere la luce o riprodurla.
L'uomo giudica tutto dal minuto presente, senza comprendere che giudica solo un minuto: il minuto presente.
Non esiste condizione più favorevole per giudicare obiettivamente gli uomini di quella di chi abbia superato i cinquant'anni e non abbia figli.
Un uomo si giudicherebbe con ben maggiore sicurezza da quel che sogna che da quel che pensa.
Le cose grandi vanno giudicate con animo grande, altrimenti si finisce per vedere in esse i didetti che sono in noi.
Ciascuno giudica bene ciò che conosce, e solo di questo è buon giudice.
Giudica un uomo dalle sue domande, piuttosto che dalle sue risposte.
È curioso come nelle grandi città vieni giudicato per ciò che fai, in provincia per ciò che sogni di essere.
Non giudichiamo senza proposito delle cose più grandi.
Gli uomini devonsi più tosto pesare con la stadera del mugnaio che con la bilancia dell'orafo; ed è convenevol cosa lo esser presto di accettarli non per quello che essi veramente vagliono, ma, come si fa delle monete, per quello che corrono.
Non giudicare le persone dai loro errori, ma dalla loro voglia di rimediare.