La gloria e la grandezza, chimere.
Le mostre universali de' prodotti e delle merci, ecco le vere olimpiadi e i degni areopaghi del tempo.
Solamente tra le morali e politiche lecita l'economia per ragioni facili a capirsi.
I vinti hanno sempre torto, e i vincitori ragione.
Onde interrogare qualche volta la coscienza, raccogliersi nello spirito o contemplar la natura, è senz'altro voglia di far niente.
Gli altri, che osano competere col così detto ingegno e colla così detta virtù, gabbamondi.
Chi ama la gloria considera quale proprio bene l'attività altrui; chi ama il piacere, le proprie passioni; chi ha senno, le proprie azioni.
Se quei pochi uomini di valor vero che cercano gloria, conoscessero a uno a uno tutti coloro di cui è composto quel pubblico dal quale essi con mille estremi patimenti si sforzano d'essere stimati, è credibili che si raffredderebbero molto nel loro proposito e forse che l'abbandonerebbero.
L'invidia viene immediatamente dopo la gloria.
Infelice colui che legge la sua gloria nello sguardo volubile del pubblico.
Nome e senza soggetto idoli sono, ciò che pregio e valore il mondo appella. La fama che invaghisce a un dolce suono voi superbi mortali e par sì bella, è un'eco, un sogno, anzi del sogno un'ombra, ch'ad ogni vento si dilegua e sgombra.
Nel teatro la parola è doppiamente glorificata: è scritta, come nelle pagine di Omero, ma è anche pronunciata, come avviene fra due persone al lavoro: non c'è niente di più bello.
Nei tempi più gloriosi dell'arte, gli artisti si esprimevano imitando i grandi artisti del passato, e imitando trovavano se stessi. Un capolavoro era un'imitazione mal riuscita.
La gloria si dà soltanto a coloro che l'hanno sempre sognata.
Ricorda che se le opportunità per grandi propositi non dovessero mai arrivare, le opportunità per dei buoni propositi si rinnovano di giorno in giorno. La cosa che dobbiamo desiderare è la bontà, non la gloria.
Colui il quale teme di perdere la gloria, è sicuro che la perderà.