L'eleganza si vede; la classe si sente.
La tristezza è la malinconia che ha perso la speranza.
La donna che vuol essere di un solo uomo, vuole in realtà che quest'uomo sia solo suo.
L'ipocrisia ci fa dire degli altri quel che vorremmo che gli altri dicessero di noi.
È triste avere senza essere, ma com'è difficile essere senza avere.
Nessuno, meglio dell'italiano, sa conciliare l'individualismo col conformismo.
Un cameriere è un uomo che porta un frac senza che nessuno se ne accorga. Per contro ci sono degli uomini che hanno l'aspetto di camerieri appena si mettono un frac. Così in ambedue i casi il frac non ha nessun valore.
Piuttosto perdonare un brutto piede che delle brutte calze.
Il bruto si copre, il ricco e lo sciocco si adornano, l'elegante si veste.
Spesso ci convinciamo che il nostro potere d'incanto sia in qualcosa di cui siamo coscienti, invece si può essere eleganti senza sapere come, stravolgenti senza capire perché.
Trovare un accordo fra cose di cattivo gusto: ecco l'eleganza.
Ogni persona che induca a pensare quanto costa l'abito che porta, non lo sa portare.
L'eleganza è l'equilibrio tra proporzioni, emozione e sorpresa.
Nessuno può battere in eleganza un re in esilio.
L'eleganza è innata. Non ha niente a che fare con l'essere ben vestita. L'eleganza è rifiuto di canoni prescritti.
Guai alla macchina che confessa la fatica del proprio lavoro; anche nelle macchine, come negli uomini, noi apprezziamo l'ermeticità dell'organismo, l'abilità del lavoro, l'eleganza dello sforzo.