La solitudine tira molti scherzi. Ci spreme, si spreme che noi ci troviamo nel tempo fino al primo giorno della nostra conoscenza. E altro non vogliamo, per raccontarci.
Sentirsi soli è come stare faccia a faccia con la morte.
La bellezza, si diceva, è sempre altera e impenetrabile. Quando sedevano davanti ai caffè con le gambe accavallate, quel nudo gonfiava la vene dei passanti.
Solo la notte sapevi che eri un vinto e Cristo era il vincitore. Ma t'addormentavi così presto!
Ma tu chè! non credi che la notte sia fatta per dormire e le cose non credi che dormano.
Poco per volta comincio a vedere chiaro sul più universale difetto del nostro genere di formazione e di educazione: nessuno impara, nessuno tende, nessuno insegna a sopportare la solitudine.
La solitudine è una pace inaccettabile.
Pensavo che la cosa peggiore nella vita fosse restare solo. No, non lo è. Ho scoperto invece che la cosa peggiore nella vita è quella di finire con persone che ti fanno sentire veramente solo.
Una persona che sa stare da sola non è mai sola. Le persone che non sanno stare sole, sono sole.
L'opposto di solitudine non è stare insieme. È stare in intimità.
Impossibile ritrovare la mia solitudine, dopo che se ne fu andata, o sfuggire al suo strano profumo.
Amare, è celebrare in permanenza la riunione di due solitudini.
La solitudine è una cosa senza la quale non si fa niente, senza la quale non si guarda più niente.
La solitudine significa anche: o la morte o il libro. Ma innanzi tutto significa alcol.
È la puzza della solitudine quella che allontana gli altri. L'odore dolciastro e repellente del vittimismo di chi si sente perpetuamente inferiore.
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