È una grande ricchezza la povertà regolata dalla legge di natura.— Lucio Anneo Seneca
È una grande ricchezza la povertà regolata dalla legge di natura.
La memoria rinnova l'angoscia della paura, il prevedere il futuro ce l'anticipa; nessuno è infelice solo per il presente.
Certo qualcosa di simile all'amicizia è nell'amore, che si potrebbe chiamare una folle amicizia.
Non c'è cosa tanto avversa in cui un animo giusto non sappia trovare qualche consolazione.
È cosa iniqua non stendere la mano verso chi è caduto.
Uno assiste l'amico ammalato: bravo! Ma lo fa per ereditare: è un avvoltoio, aspetta il cadavere. Le stesse azioni possono essere oneste o disoneste: quello che conta è il perché o il modo in cui sono fatte.
Chi si adatta bene alla povertà è ricco.
Per farsi un amico ci vuole quasi una vita. Bisogna essere stati poveri insieme e qualche volta felici.
Solo chi ama conosce. Povero chi non ama!
Con la ricchezza, diceva Orazio, crescono le preoccupazioni. Con la povertà, non diminuiscono.
È nobile cosa la povertà accettata con gioia.
Bisognerebbe andare a scuola di povertà per contenere il disastro che la ricchezza sta producendo.
La povertà è una forma di halitosi sprirituale.
Per arricchire Dio, l'uomo deve impoverirsi; affinché Dio sia tutto, l'uomo deve essere nulla.
I poveri hanno un grande potenziale evangelizzatore da darvi.
Era così povera che quando si mangiava le unghie apparecchiava la tavola. Spesso prendeva qualcosa di caldo: la febbre.