L'eccesso di dolore per la morte è follia; perché è una ferita ai viventi, e i morti non la conoscono.— Senofane
L'eccesso di dolore per la morte è follia; perché è una ferita ai viventi, e i morti non la conoscono.
Uno solo è dio, sommo tra gli dèi e gli uomini, né per figura simile ai mortali, né per pensiero.
Nessun uomo ha mai avuto conoscenza certa, né alcuno l'avrà mai sugli dèi e su tutte le cose che dico, e se anche qualcuno arrivasse a esprimere una cosa compiuta al più alto grado, neppur lui ne avrebbe tuttavia vera conoscenza, poiché di tutto vi è solo un sapere apparente.
Gli Etiopi dicono che i loro dèi sono camusi e neri, i Traci che hanno occhi azzurri e capelli rossi.
Non è vero che fin dal principio gli dèi hanno svelato tutto ai mortali, ma gli uomini stessi, cercando, col tempo trovano ciò che è meglio.
Non c'è niente di più errato del ritenere la morte simile al sonno. Perché dovrebbe esserlo se la morte non assomiglia al sonno? L'essenza del sonno è il destarsi da esso, ma dalla morte non ci si desta.
Dopo la morte attendono gli uomini cose che non sperano e neppure immaginano.
La natura ci destinò per medicina di tutti i mali la morte.
Il terrore della morte è dovuto all'incertezza di ciò che ci attende. La risposta è semplice e tranquillante: esattamente la medesima situazione di prima che fossimo.
Si vive solo due volte: una volta quando si nasce e una volta quando si guarda la morte in faccia.
Di morte mangerai, che mangia gli uomini, e il morir finirà, morta la morte.
La morte è la porta che tutti noi dobbiamo attraversare, ed è questo nostro io spirituale che, abbandonato il corpo fisico, ci farà continuare a vivere, a imparare e a crescere mentre proseguiamo.
La morte è un vile esperimento chimico che viene effettuato su tutti tranne che sugli alberi della sequoia.
La morte distrugge un uomo: l'idea della morte lo salva.
Il giorno che temiamo come ultimo è soltanto il nostro compleanno per l'eternità.