Nel paese della memoria il tempo è sempre ora.
L'aspetto veramente importante della lettura è che favorisce una disinvolta intimità con il processo della scrittura; si mette piede nel paese dello scrittore con tutti i documenti più o meno in ordine.
Inganniamo noi stessi così spesso che potremmo farne la nostra professione quotidiana.
La sola vera bellezza è l'ordine e l'amore e la luce.
Se un uomo attraversa una stanza buia dove c'è una voragine, se ci passa a pochi millimetri, non c'è bisogno che sappia che c'è mancato un pelo a cascarci dentro. Non c'è bisogno di avere paura. Basta che le luci restino spente.
La morte acuisce i desideri.
La memoria è tesoro e custode di tutte le cose.
A che giovano le memorie? Di noi muore la miglior parte, e non c'è memoria che possa resuscitarla.
Niente aiuta a vivere come la cattiva memoria.
È una ben povera memoria quella che funziona solo all'indietro.
Più di un uomo non è riuscito a diventare un pensatore perché la sua memoria era troppo buona.
Dio ci ha donato la memoria, così possiamo avere le rose anche a dicembre.
Il vantaggio della cattiva memoria è che si gode parecchie volte delle stesse cose per la prima volta.
Nulla apre gli occhi della memoria come una canzone.
La nostra memoria allontana o avvicina i fatti, li arricchisce o li impoverisce, e li trasforma per farli rivivere. La memoria non è una raccolta di documenti depositati in buon ordine: essa vive e cambia, avvicina i pezzi spenti per farne di nuovo scaturire la fiamma.
Una testa senza memoria è una piazzaforte senza guarnigione.