In teatro bisogna lavorare sodo per costruire un personaggio.
La vita è tragicomica, c'è humor.
Il teatro mi ha tenuto in vita e mi ha dato modo di applicarmi al mio talento.
L'essenza di una tragedia, o anche di un dramma serio, è il risveglio spirituale, o la rigenerazione, dell'eroe.
Ho sempre rifiutato le offerte teatrali, perché ritengo che il vero attore sia quello di teatro, che apre il palcoscenico e, se sbaglia una sillaba, viene buttato fuori dal pubblico. Nel cinema, al quarantesimo ciak, anche una scimmia riesce a far bene la scena.
Un buon maestro di ballo è contemporaneamente autore e macchinista di teatro.
Il cinema dovrebbe farti dimenticare che sei seduto su una poltrona di un teatro.
Certe persone vivono in lotta con altre, con se stesse, con la vita. Allora si inventano opere teatrali immaginarie e adattano il copione alle proprie frustrazioni.
Nella fanciullezza la vita ci si presenta come uno scenario teatrale visto da lontano; nella vecchiaia come il medesimo scenario visto da molto vicino.
Un teatro è stato ceduto in base alle leggi di mercato, il che significa che un'intera generazione che dovrebbe essere in grado di fare teatro così come lo vediamo, ne è stata completamente privata.
Il cinema ti dà più soddisfazioni, mentre la fiction potremmo definirla come un surrogato del cinema. Il Cinema è più completo: per budget, luci, scenografie... Lavori più col cuore che con la mimica, che invece ritroviamo di più nel teatro. Per questi motivi preferisco il cinema.
Un teatro era il paese, un proscenio di pietre rosa, una festa di mirabilia. E come odorava di gelsomino sul far della sera. Non finirei mai di parlarne, di ritornare a specchiarmi in un così tenero miraggio di lontananze.