Attorno agli ammalati bisogna essere allegri.— Santa Teresa di Lisieux
Attorno agli ammalati bisogna essere allegri.
Vorrei anch'io trovare un ascensore per innalzarmi fino a Gesù, perché sono troppo piccola per salire la dura scala della perfezione.
Questa fiaccola rappresenti la carità la quale deve illuminare, rallegrare, non soltanto coloro che mi sono più cari, ma tutti coloro che sono nella casa, senza eccettuar nessuno.
Liberato dagli scrupoli, dalla sensibilità eccessiva, lo spirito mio si sviluppò.
Il Signore mi ha fatto la grazia di non conoscere la società mondana se non quel tanto da potere disprezzarla e tenermi lontana da essa.
Questa virtù non è altro che la verità.
Se una infermità vi è nella mia mente essa non è abulia né impulsività, ma è l'eccesso di volontà.
Quando la malattia entra in una casa non si impossessa soltanto di un corpo, ma tesse tra i cuori un'oscura rete che seppellisce la speranza.
A dire il vero, non è la morte, è la malattia quello che temo, l'immensa umiliazione legata al fatto di languire nei paraggi della morte.
Se so che ho una cosa grave e so che esiste, non mi preoccupo, me ne occupo.
Il male è già mezzo guarito quando se n'è scoperta la causa.
Chi non sente il suo male è tanto più malato.
È invero una malattia noiosa dover salvaguardare la propria salute al prezzo di una dieta troppo severa.
Malattia e solitudine sono affini. Alla minima malattia, l'uomo si sente ancora più solo di prima.
Per malattia si deve intendere un intempestivo approssimarsi della vecchiaia, della bruttezza e dei giudizi pessimistici cose che sono in relazione fra loro.
Per le malattie estreme i trattamenti estremi sono i più efficaci.